DOMENICA DELLE PALME 25.03.2018

Oggi tutta la comunità parrocchiale si è radunata alle ore 10.45 presso la chiesa di san Michele per la benedizione dei rami dell’ulivo. Poi processionalmente ci siamo recati nella chiesa parrocchiale per la celebrazione Eucaristica con la lettura del Passio secondo Marco. E’ l’ultima settimana che ci prepara alla Pasqua del Signore Risorto il 1° aprile. Buon cammino a tutti!
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Via Crucis dei Giovani a Vercelli

I giovani della nostra parrocchia hanno partecipato alla Via Crucis itinerante a Vercelli.

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Dal Vangelo secondo Matteo
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo”. Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio”. Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Riflessione:
Questa sera siamo davanti a te, Gesù, Pane vivo che ci rende fratelli. Quando ci sediamo a tavola, il pane è sempre lì ad attenderci, e rimane con noi per tutto il pasto.

         Storicamente il pane è nato nel terzo millennio avanti Cristo in Egitto. E’ provato che nel terzo secolo dopo Cristo i Greci conoscessero 72 tipi di pane diversi: cotto dagli assiri in otri di terracotta, dai greci sotto la cenere, dagli ebrei su pietra arroventata, il pane diventa nutrimento base del corpo e dello spirito, assumendo valenze religiose e caricandosi di valori simbolici.

         Il pane ha la capacità di essere simbolo della condivisione: chi mangia il pane con un altro non condivide solo lo sfamarsi, ma anche il desiderio di mangiare. Noi uomini abbiamo fame e il pane esprime la possibilità di trovare vita e felicità: da bambini desideriamo il pane, divenuti adulti ce lo guadagniamo con il lavoro quotidiano, vivendo con gli altri siamo chiamati a condividerlo.

         E in tutto questo impariamo che la nostra fame non è solo di pane ma anche di parole che escono dalla bocca dell’altro: abbiamo bisogno che il pane venga da noi spezzato e offerto ad un altro, che un altro ci offra a sua volta il pane, che insieme possiamo consumarlo e gioire. Abbiamo soprattutto bisogno che un Altro ci dica che vuole che noi viviamo, che non vuole la nostra morte, ma al contrario, salvarci dalla morte.

         Gesù non ci ha lasciati soli; prima di salire al cielo ci ha fatto una promessa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,20). L’Eucaristia, il dono del suo Corpo e del suo Sangue, è uno dei modi con cui ogni giorno Gesù rende viva ed efficace la sua promessa. E’ il modo con cui si rende presente nella nostra vita per superare le nostre paure e i nostri limiti, perché possiamo ogni volta riprendere il cammino con speranza e fiducia.

         Quel pane ci entra dentro, diventa parte di noi, “Prendi questo pane, spezzalo: questo è il mio corpo”, ci dice Gesù. Il senso profondo di tutto il cristianesimo è in questa frase. Gesù è pane, pane che chiede di essere mangiato per non restare fuori di me, ma per diventare un tutt’uno con me!

         E questo pane mi dà energia, mi permette di andare avanti, di vivere: è una risposta “concreta”, “vera” a ogni fame, a ogni bisogno essenziale che è in me.

         Gesù prende poi del vino, e dice: “bevi, questo è il mio sangue”. Come il vino trasmette la gioia del condividere e il sapore della natura, così Gesù entra in noi come segno di calore, di entusiasmo, di bellezza. Dio è il pane. Dio è il vino.

         Dio è l’alimento di tutta la nostra vita!

Siamo in preghiera davanti a te, Gesù, Pane vivo: quando ti accogliamo sulla tavola della nostra vita, cresce la nostra unione con te, la nostra fraternità e capacità di condividere.

         Resta sempre con noi, Signore Gesù, perché è sera, e sentiamo il bisogno di nutrirci del tuo amore.

Come segno: è stata recitata la preghiera:

Cristo, oggi sono in cerca di pane                  

Cristo, oggi sono in cerca di pane,
il mio pane quotidiano,
quello che serve per la fame di oggi,
per passare di là oggi,
per avere forza di remare sotto la tempesta di oggi.
Il pane che non ha profumo se non di sudore,
il pane che non ha gusto, se non di vita,
il pane che fa stare in piedi,
che serve a camminare,
a remare, a vangare,
a combattere con la fede,
a morire in pace.
“in principio era la Parola”
e la parola è il pane quotidiano
per ogni uomo che viene al mondo.
(don Primo Mazzolari)

Intercessioni:
Signore, donaci il tuo pane.
Signore, tu solo sei la nostra forza di vita;  dona la tua forza a quanti sono deboli,  dona l’umiltà a quanti si credono forti, ti preghiamo:

Signore, donaci il tuo pane.
Signore tu solo sei la nostra verità;  dona la fede a quanti dubitano,  dona il dubbio a quanti credono di possederti, ti preghiamo:

Signore, donaci il tuo pane.
Signore, tu solo sostieni la nostra speranza,  dona fiducia a quanti hanno paura,  dona il tuo timore a quanti hanno troppa fiducia in se stessi, ti preghiamo:

Signore, donaci il tuo pane.




Pasqua 2018 – appuntamenti

Per i bambini e i ragazzi del catechismo

Domenica 25° marzo alle ore 10.45 invitiamo tutti i bambini e i ragazzi nella chiesa di san Michele (vicino alla pizzeria SOS) per la benedizione delle palme e poi la processione solenne in chiesa e la s. Messa con la lettura della passione di Gesù Cristo.

Confessione (in chiesa parrocchiale)

Lunedì 26° marzo ore 16.30: classi 4A 4B, 4B, 4C, 5°, 5B e 5C
Mercoledì 28 marzo ore 16.30: classi 5D, Ex 5A, Ex 5B, Ex 5C, Ex 5D

Giovedì Santo 29° marzo
Cresimandi (1ª  Media). Ore 9.30: in Cattedrale di Vercelli – S. Messa Crismale presieduta dall’Arcivescovo con la partecipazione di tutti i sacerdoti della Diocesi. Pullman a disposizione. Partenza dalla Piazza Matteotti (Scuole Medie) alle ore 8.30. Rientro previsto: ore 12.00

Bambini della Prima Comunione (3ª Elementare). Ore 21.00: in chiesa parrocchiale – S. Messa “Cena del Signore” con la lavanda dei piedi di tutti i bambini (ogni bambino abbia con se un piccolo asciugamano).

Venerdì Santo 30° marzo
Bambini della 2ª Elementare. Ore 16.00: in chiesa parrocchiale – celebrazione della Passione del Signore, , invitiamo insieme ai genitori.
Bambini della 4ª e 5ª Elementare. Ore 21.00: Via Crucis lungo le vie della città, invitiamo insieme ai genitori.

Sabato Santo 31° marzo
Ragazzi della 5ª Elementare e 1ª Media. Ore 21.00: in chiesa parrocchiale – Veglia Pasquale: benedizione del fuoco, canto dell’Exsultet, liturgia della Parola, liturgia battesimale e l’Eucaristia.

Domenica di Risurrezione 1° aprile
Bambini della 2ª, 3ª e 4ª Elementare. Ore 11.00: in chiesa parrocchiale – solenne  Celebrazione  Eucaristica.

 




FESTA DI SAN GIUSEPPE 18.03.2018

Oggi nella nostra Comunità abbiamo celebrato la solennità di San Giuseppe. Ci siamo preparati a questa festa attraverso la novena. La messa delle ore 11.00 è stata celebrata nella chiesa dedicata al patrono di questa giornata. Purtroppo a causa della pioggia non si poteva fare la nostra solita processione.

Il nome Giuseppe è di origine ebraica e sta a significare “Dio aggiunga”, estensivamente si può dire “aggiunto in famiglia”. Può essere che l’inizio sia avvenuto col nome del figlio di Giacobbe e Rachele, venduto per gelosia come schiavo dai fratelli. Ma è sicuramente dal padre putativo, cioè ritenuto tale, di Gesù e considerato anche come l’ultimo dei patriarchi, che il nome Giuseppe andò diventando nel tempo sempre più popolare. In Oriente dal IV secolo e in Occidente poco prima dell’XI secolo, vale a dire da quando il suo culto cominciava a diffondersi tra i cristiani. Non vi è dubbio tuttavia che la fama di quel nome si rafforzò in Europa dopo che nell’Ottocento e nel Novecento molti personaggi della storia e della cultura lo portarono laicamente, nel bene e nel male: da Francesco Giuseppe d’Asburgo a Garibaldi, da Verdi a Stalin, da Garibaldi ad Ungaretti e molti altri ancora.

  San Giuseppe fu lo sposo di Maria, il capo della “sacra famiglia” nella quale nacque, misteriosamente per opera dello Spirito Santo, Gesù figlio del Dio Padre. E orientando la propria vita sulla lieve traccia di alcuni sogni, dominati dagli angeli che recavano i messaggi del Signore, diventò una luce dell’esemplare paternità. Certamente non fu un assente. È vero, fu molto silenzioso, ma fino ai trent’anni della vita del Messia, fu sempre accanto al figliolo con fede, obbedienza e disponibilità ad accettare i piani di Dio. Cominciò a scaldarlo nella povera culla della stalla, lo mise in salvo in Egitto quando fu necessario, si preoccupò nel cercarlo allorché dodicenne era “sparito’’ nel tempio, lo ebbe con sé nel lavoro di falegname, lo aiutò con Maria a crescere “in sapienza, età e grazia”. Lasciò probabilmente Gesù poco prima che “il Figlio dell’uomo” iniziasse la vita pubblica, spirando serenamente tra le sue braccia. Non a caso quel padre da secoli viene venerato anche quale patrono della buona morte.
Giuseppe era, come Maria, discendente della casa di Davide e di stirpe regale, una nobiltà nominale, perché la vita lo costrinse a fare l’artigiano del paese, a darsi da fare nell’accurata lavorazione del legno. Strumenti di lavoro per contadini e pastori nonché umili mobili ed oggetti casalinghi per le povere abitazioni della Galilea uscirono dalla sua bottega, tutti costruiti dall’abilità di quelle mani ruvide e callose.
Di lui non si sanno molte cose sicure, non più di quello che canonicamente hanno riferito gli evangelisti Matteo e Luca. Intorno alla sua figura si sbizzarrirono invece i cosiddetti vangeli apocrifi. Da molte loro leggendarie notizie presero però le distanze personalità autorevoli quali San Girolamo (347 ca.-420), Sant’Agostino (354-430) e San Tommaso d’Aquino (1225-1274). Vale la pena di riportare soltanto una leggenda che circolò intorno al suo matrimonio con Maria. In quella occasione vi sarebbe stata una gara tra gli aspiranti alla mano della giovane. Quella gara sarebbe stata vinta da Giuseppe, in quanto il bastone secco che lo rappresentava, come da regolamento, sarebbe improvvisamente e prodigiosamente fiorito. Si voleva ovviamente con ciò significare come dal ceppo inaridito del Vecchio Testamento fosse rifiorita la grazia della Redenzione.
San Giuseppe non è solamente il patrono dei padri di famiglia come “sublime modello di vigilanza e provvidenza” nonché della Chiesa universale, con festa solenne il 19 marzo. Egli è oggi anche molto festeggiato in campo liturgico e sociale il 1° maggio quale patrono degli artigiani e degli operai, così proclamato da papa Pio XII. Papa Giovanni XXIII gli affidò addirittura il Concilio Vaticano II. Vuole tuttavia la tradizione che egli sia protettore in maniera specifica di falegnami, di ebanisti e di carpentieri, ma anche di pionieri, dei senzatetto, dei Monti di Pietà e relativi prestiti su pegno. Viene addirittura pregato, forse più in passato che oggi, contro le tentazioni carnali.
Che il culto di San Giuseppe abbia raggiunto in passato vette di popolarità lo dimostrano anche le dichiarazioni di moltissime chiese relative alla presenza di sue reliquie. Per fare qualche esempio particolarmente significativo: nella chiesa di Notre-Dame di Parigi ci sarebbero gli anelli di fidanzamento, il suo e quello di Maria; Perugia possiederebbe il suo anello nuziale; nella chiesa parigina dei Foglianti si troverebbero i frammenti di una sua cintura. Ancora: ad Aquisgrana si espongono le fasce o calzari che avrebbero avvolto le sue gambe e i camaldolesi della chiesa di S. Maria degli Angeli in Firenze dichiarano di essere in possesso del suo bastone. È sicuramente un bel “aggiunto” di fede.(Mario Benatti)

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PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI 15.03.2018

Nella nostra Unità Pastorale abbiamo pregato per l’unità dei Cristiani. Le preghiere si sono svolte presso la chiesa di san Bernardino, ed erano divise in vari momenti: all’inizio è stata portata la Bibbia, libro comune per tutti i cristiani; invocazione allo Spirito Santo, preghiere di riconciliazione,  la proclamazione della Parola di Dio, la riflessione, professione della fede, invocazioni, preghiera del Padre Nostro, scambio della pace ed invio alla missione.
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BATTEZZATI IN CRISTO 14.03.2018

Continua il nostro ciclo di incontri formativi nella fede. Il prossimo appuntamento è mercoledì 11 aprile presso l’oratorio. L’incontro è aperto a tutti.




GIOVANI IN PREGHIERA 11.03.2018

Il nostro incontro mensile con Gesù era dedicato alla preparazione per la Pasqua. Come al solito lo schema era la preghiera e poi il momento conviviale. E’ stato preceduto dall’incontro con i ragazzi della I° superiore.

Preghiera allo Spirito Santo

Spirito Santo,
vieni nel cuore di noi giovani.
Vieni a distruggere i catenacci
con cui abbiamo diligentemente
inserrato i nostri cuori;
liberaci dalla paura che ci paralizza
e rende sterile ogni progetto di bene;
annulla le divisioni
che creano incomprensione ed ostilità,
che ci illudono che siamo noi stessi
solo se l’altro rimane nemico.
Spirito Santo,
facci gustare la presenza di Gesù,
non farci mai perdere la dolcezza di essere suoi amici.
Spirito Santo, facci diventare una cosa sola,
tenaci costruttori di comunione,
facci capaci di comprendere e di comprenderci
e fa’ che l’unico linguaggio credibile
rimanga per noi quello della misericordia,
di ragazzi e ragazze perennemente perdonati. Amen.

Dal Vangelo secondo Matteo 4,1-4

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”»..

E qualche pensiero del Papa ai giovani, per la riflessione personale…

PAPA BERGOGLIO – LA PAROLA DI DIO…
Per ascoltare la Parola di Dio bisogna avere anche il cuore aperto per ricevere le parole nel cuore. Dio parla e noi gli porgiamo ascolto, per poi mettere in pratica quanto abbiamo ascoltato. È molto importante ascoltare. Alcune volte forse non capiamo bene perché ci sono alcune letture un po’ difficili. Ma Dio ci parla lo stesso in un altro modo. Bisogna in silenzio ascoltare la Parola di Dio. Non dimenticatevi di questo. Alla Messa, quando incominciano le letture, ascoltiamo la Parola di Dio. E quante volte, mentre viene letta la Parola di Dio, si commenta: “Guarda quello…, guarda quella…, guarda il cappello che ha portato quella: è ridicolo…”. E si cominciano a fare dei commenti. Non è vero? Si devono fare dei commenti mentre si legge la Parola di Dio? [rispondono: “No!”]. No, perché se tu fai delle chiacchiere con la gente non ascolti la Parola di Dio. Quando si legge la Parola di Dio nella Bibbia – la prima Lettura, la seconda, il Salmo responsoriale e il Vangelo – dobbiamo ascoltare, aprire il cuore, perché è Dio stesso che ci parla e non pensare ad altre cose o parlare di altre cose.

Sappiamo che la parola del Signore è un aiuto indispensabile per non smarrirci, come ben riconosce il Salmista che, rivolto al Signore, confessa: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119,105). Come potremmo affrontare il nostro pellegrinaggio terreno, con le sue fatiche e le sue prove, senza essere regolarmente nutriti e illuminati dalla Parola di Dio? Certo non basta udire con gli orecchi, senza accogliere nel cuore il seme della divina Parola, permettendole di portare frutto. Ricordiamoci della parabola del seminatore e dei diversi risultati a seconda dei diversi tipi di terreno (cfr Mc 4,14-20). L’azione dello Spirito, che rende efficace la risposta, ha bisogno di cuori che si lascino lavorare e coltivare, in modo che quanto ascoltato a Messa passi nella vita quotidiana, secondo l’ammonimento dell’apostolo Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi» (Gc 1,22). La Parola di Dio fa un cammino dentro di noi. La ascoltiamo con le orecchie e passa al cuore; non rimane nelle orecchie, deve andare al cuore; e dal cuore passa alle mani, alle opere buone. Questo è il percorso che fa la Parola di Dio: dalle orecchie al cuore e alle mani. Impariamo queste cose. Grazie!

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VISITA PASTORALE DEL NOSTRO ARCIVESCOVO MARCO ARNOLFO ALLA COMUNITA’ PASTORALE DI CRESCENTINO 1-4 MARZO 2018

Nei giorni 1-4 marzo il nostro Arcivescovo Marco Arnolfo ha visitato la nostra Comunità Pastorale di Crescentino. Ha visitato diversi gruppi presenti nella nostra Comunità Pastorale incontrando diverse persone e diverse entità presenti sul nostro territorio: sacerdoti, Suore, i malati, vari Consigli parrocchiali, i catechisti, ministri straordinari dell’Eucarestia, lettori, animatori liturgici, operatori CARITAS, le case di riposo, i ragazzi del catechismo e del post cresima, i giovani, i Sindaci, Forze dell’Ordine, Insegnanti Scuole e Asili, Movimenti, Gruppi e Associazioni laicali e sportive, Centro per i Rifugiati i parrocchiani nelle celebrazioni Eucaristiche.

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PRESENTAZIONE DEI BAMBINI DELLA PRIMA COMUNIONE 25.02.2018

Durante la s. Messa delle ore 11.00 sono stati presentati i bambini che per la prima volta si sono accostati al sacramento della riconciliazione. Durante la s. Messa hanno professato la loro fede solennemente e come segno della preparazione alla I° comunione durante la s. messa sono stati segnati con il segno della croce sulla fronte.

Catechista:
A nome di tutti i catechisti e dei sacerdoti, presentiamo i ragazzi che per la prima volta nella loro vita si sono accostati ieri al sacramento della confessione.

Celebrante:
Cari bambini, quando eravate piccoli, i vostri genitori, hanno scelto per voi il santo Battesimo e si sono impegnati a custodire la vostra fede. Ora rinnovate personalmente, insieme a tutta la nostra comunità presente, le promesse del santo Battesimo per manifestare il desiderio di vivere sempre come amici di Gesù. ‘Rinuncio’ vuol dire NO allo spirito del male. Credo vuol dire SI al Signore che ci chiama, alla Chiesa che ci accompagna da Gesù e all’amore per i fratelli.

Celebrante:
Rinunciate al peccato per vivere nella libertà dei figli di Dio?

Tutti:
Rinuncio.

Celebrante:
Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?

 Tutti:
Credo.

Celebrante:
Credete in Gesù Cristo, Figlio di Dio e nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

Tutti:
Credo.

Celebrante:
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?

Tutti:
Credo.

Celebrante:
Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.

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INCONTRO DELLA UNITA’ PASTORALE 24.02.2018

In preparazione alla visita pastorale del nostro Arcivescovo Marco Arnolfo (1-4 marzo) le nostre Unità Pastorali (Crescentino, Lamporo, San Genuario-S. Silvestro, San Grisante e Fontanetto Po’) si sono incontrate per la Lectio Divina Guidato da Suor Angelita sul vangelo di Marco 6, 34-44:

 Come Gesù fu sbarcato, vide una gran folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore; e si mise a insegnare loro molte cose. Essendo già tardi, i discepoli gli si accostarono e gli dissero: «Questo luogo è deserto ed è già tardi; lasciali andare, affinché vadano per le campagne e per i villaggi dei dintorni e si comprino qualcosa da mangiare». Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare». Ed essi a lui: «Andremo noi a comprare del pane per duecento denari e daremo loro da mangiare?» Egli domandò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Essi si accertarono e risposero: «Cinque, e due pesci». Allora egli comandò loro di farli accomodare a gruppi sull’erba verde; e si sedettero per gruppi di cento e di cinquanta. Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, e, alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani, e li dava ai discepoli, affinché li distribuissero alla gente; e divise pure i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono e furono sazi, e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane, ed anche i resti dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

DOMANDA: EBBE COMPASSIONE Dl LORO PERCHE ERANO COME PECORE SENZA PASTÔRE:

le parole di Gesù o qualche riflessione che è stata esposta sulla compassione di Gesù quali pensieri eri sentimenti suscitano in te?

DOMANDA: Che cosa provi di fronte al comando di Gesù: “DATE LORO VOl STESSI DA MANGIARE”.

Cristo non ha bisogno della laurea in teologia o Sacra Scrittura e nemmeno di doti eccezionali, e nemmeno del nostri soldi, ma che noi mettiamo la nostra vita a Sua disposizione, quello che siamo e abbiamo, i nostri “cinque pani e due pesci”, perché poi a moltiplicarli ci pensa Lui, perché “la carità non è II nostro sforzo eroico di donare tutto, ma espressione, manifestazione della carità di Dio a noi donata nei Sacramenti”.

Forse ii Signore ci chiama a non mettere noi stessi al centro, a non essere protagonisti, ma a lasciarci “definire” dal bisogno dell’altro, da quella “verità di me”, di noi, che non governiamo noi, ma I’altro, gli altri, I’ALTRO che è Dio.

ORATIO: Signore, manda il Tuo Spirito perché la Chiesa, ciascuno di noi, diventi “offerta viva in Cristo a lode della tua gloria. Rendici capaci di compassione, di condivisione, uomini e donne eucaristici.

ALCUNE SOTFOLINEATURE SULLA PAROLA Dl DIO E SUL MODO Dl ACCOSTARLA

Dice Origene che la Parola di Dio – Si svela quando incontra un amico quando – tra noi e la Parola c’è lo stesso amore che c’e tra l’Ama l’amata (del Cantico dei Cantici) e I’Amato ci introdurrà nelle stanze della Sua Sapienza. Come accostarsi alla Parola: – avere coscienza c inzuppata di Spirito Santo (occorre invocarlo molto prima di accostarsi alla Parola) e che la Parola è Gesù e come noi ci inginocchiamo da all’Eucaristia, così davanti alla Parola e ogni tanto baciarla. Essendo Parola una Persona, Gesù – prima di chiedersi che cosa significa o cosa vuol dirmi questa Parola, chiedersi: di Chi è questa Parola?, dopo si cercherà di capirla e solo alla fine ci si chiederà “che cosa dire alla mia vita’ E la Parola, ci orienterà all’azione perche la Parola, come in Maria, si è incarnata in noi, grazie a una sinergia tra lo Spirito Santo e noi che la accogliamo.

S. Giovanni Crisostomo dice che “bisogna “gravidare”, portare la Pa nel grembo del cuore come si porta un bambino, perché se la Paro si interpreta prematuramente, diventa un aborto e nella nostra non succederà nulla. Gravidare la Parola, accarezzarla, venerarla baciarla, adorarla e non troppo in fretta si chiedersi: “Che cosa devo fare? La Parola, come dice Isaia, è come la pioggia e la neve, non ritorna a Dio se non dopo aver operato do cui Dio l’ha mandata. Non facciamo i moralisti perché la Parola opera, agisce se la porto in me con attenzione e amore anche se no capisco. Ma se la Parola è Gesù, come Gesù ha fatto i miracoli delle guarigioni o quello di risorgere i morti, così trasformerà il nostro cu convertirà la nostra vita. A noi spetta solo accoglierLa e aderirvi sincerità di cuore.

Poi seguiva la condivisione nei gruppi e il momento conviviale.

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