SACRO CRISMA A VERCELLI 29.03.2018

I nostri cresimandi insieme ai don e i loro catechisti si sono recati a Vercelli per la Santa Messa durante la quale il nostro Arcivescovo Marco Arnolfo ha consacrato gli oli. Durante la Santa Messa i sacerdoti hanno rinnovato le loro promesse sacerdotali.
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VEGLIA MATTUTINA CON I GIOVANI 26-28 MARZO 2018

Nei giorni 26 – 28 maggio i nostri giovani si sono radunati alle ore 6.00 per la veglia di preghiera. Incontro era diviso in due parti; la prima era il momento di preghiera e poi il momento conviviale.

 

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Preghiamo insieme per entrare in dialogo con Dio

Sono affamato di parole, leggo i giornali, ascolto la musica,
ma al tua parola, Signore, non trova posto in me.
Faccio tardi il sabato notte per ascoltare quell’amico che ha bisogno di sfogarsi,
mi sorbisco la predica di mia nonna,
ma al tua parola, Signore, non trova posto in me.
Tante volte non ho voglia di parlare,
mi chiudo in camera con le cuffie alle orecchie,
dipingo e scarabocchio per dimenticare,
ma la tua parola, Signore, non trova posto in me.
Invio decine di messaggi al giorno,
leggo e spedisco e-mail in Internet,
riempio il mio diario di tutto ciò che faccio,
ma al tua parola, Signore, non trova posto in me.
perché, Signore, questa chiusura,
Perché, Signore, questa fatica ad accogliere le tua parola?
La Pasqua si sta avvicinando,
il giorno della Risurrezione è vicino
ed io sono ricco di me e povero di te.
Voglio incontrarti, Signore, vieni, non tardare.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8, 4 – 15)

Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: “Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un’altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un’altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto”. Detto questo, esclamò: “Chi ha orecchi per intendere, intenda!”.

I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: “A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano.

Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell’ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

Per aiutarti a pregare… 

«Raccogliti. Devi scendere dalla testa al cuore, raccogliere la mente nel cuore, restare nel tuo cuore perché lì è Dio. Chiunque incontra il Signore, lo incontra lì»

     Comincia a leggere, con calma e pazienza. Ti capiterà di distrarti, di voler fare altro; qualche volta dopo aver letto una pagina avrai l’impressione di non sapere neanche che cosa c’era scritto. Non scoraggiarti. Sii fedele!

     Nella lettura il tuo cuore ascolta la voce di Dio. Non fermarti in superficie, risveglia la tua curiosità, chiediti, ad esempio, dov’è capitato il fatto che leggi, che cosa significa quella Parola, ecc.

     La meditazione è un esercizio lungo, che richiede calma e buona volontà. Un lavoro faticoso, eppure necessario. Ecco il punto: non basta sapere cosa c’è dentro la Bibbia, ma bisogna scoprirne il significato profondo…

     Ogni volta che leggi un brano del Vangelo con il cuore ti accorgi che quel brano ha un centro, come un “polo magnetico” che attrae la tua attenzione, un “tesoro nascosto di cui non ti eri accorto prima. Può essere una frase di Gesù, persino una sola parola, un suo gesto, un particolare al quale non avevi fatto caso, e che rileggendo ti ha colpito perché comprendi che quella parola o gesto di Gesù è per te. Gesù cioè ti sta parlando tramite quel versetto della scrittura. Si rivolge proprio a te per far irrompere nella tua vita il suo Amore.

     Nel brano di oggi qual è questo versetto – per – te?

     Una volta trovatolo, ripetilo senza fretta, mentalmente o, se preferisci, a bassa voce, in modo che… ti “scivoli” nel cuore.

Preghiamo il Salmo fra due cori:

  1. Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
    servite il Signore nella gioia,
    presentatevi a lui con esultanza
  2. Riconoscete che solo il Signore è Dio:
    egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
    suo popolo e gregge del suo pascolo.
  3. Varcate le sue porte con inni di grazie,
    i suoi atri con canti di lode,
    lodatelo, benedite il suo nome.
  4. Perché buono è il Signore,
    il suo amore è per sempre,
    la sua fedeltà di generazione in generazione.

Preghiamo insieme

 

A volte, Signore, accogliamo con gioia la tua proposta di vita.

Ma pietre taglienti intralciano il cammino.

Tribolazioni, imprevisti, sofferenze improvvise

o dolorose ferite rallentano il cammino.

La fede è ripida strada dove ogni segnale è invito convincente

a tornare indietro e rinunciare all’impresa.

Non è facile credere alla proposta di Cristo:

si vince col perdere, donando si riceve, la debolezza è forza.

Perdona, Signore, la nostra incostanza.

Dona a noi la forza per vincere il male

ponendo in te la nostra fiducia.

 

Padre nostro e benedizione

 

Canto finale




DOMENICA DELLE PALME 25.03.2018

Oggi tutta la comunità parrocchiale si è radunata alle ore 10.45 presso la chiesa di san Michele per la benedizione dei rami dell’ulivo. Poi processionalmente ci siamo recati nella chiesa parrocchiale per la celebrazione Eucaristica con la lettura del Passio secondo Marco. E’ l’ultima settimana che ci prepara alla Pasqua del Signore Risorto il 1° aprile. Buon cammino a tutti!
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Via Crucis dei Giovani a Vercelli

I giovani della nostra parrocchia hanno partecipato alla Via Crucis itinerante a Vercelli.

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Dal Vangelo secondo Matteo
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo”. Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio”. Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Riflessione:
Questa sera siamo davanti a te, Gesù, Pane vivo che ci rende fratelli. Quando ci sediamo a tavola, il pane è sempre lì ad attenderci, e rimane con noi per tutto il pasto.

         Storicamente il pane è nato nel terzo millennio avanti Cristo in Egitto. E’ provato che nel terzo secolo dopo Cristo i Greci conoscessero 72 tipi di pane diversi: cotto dagli assiri in otri di terracotta, dai greci sotto la cenere, dagli ebrei su pietra arroventata, il pane diventa nutrimento base del corpo e dello spirito, assumendo valenze religiose e caricandosi di valori simbolici.

         Il pane ha la capacità di essere simbolo della condivisione: chi mangia il pane con un altro non condivide solo lo sfamarsi, ma anche il desiderio di mangiare. Noi uomini abbiamo fame e il pane esprime la possibilità di trovare vita e felicità: da bambini desideriamo il pane, divenuti adulti ce lo guadagniamo con il lavoro quotidiano, vivendo con gli altri siamo chiamati a condividerlo.

         E in tutto questo impariamo che la nostra fame non è solo di pane ma anche di parole che escono dalla bocca dell’altro: abbiamo bisogno che il pane venga da noi spezzato e offerto ad un altro, che un altro ci offra a sua volta il pane, che insieme possiamo consumarlo e gioire. Abbiamo soprattutto bisogno che un Altro ci dica che vuole che noi viviamo, che non vuole la nostra morte, ma al contrario, salvarci dalla morte.

         Gesù non ci ha lasciati soli; prima di salire al cielo ci ha fatto una promessa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,20). L’Eucaristia, il dono del suo Corpo e del suo Sangue, è uno dei modi con cui ogni giorno Gesù rende viva ed efficace la sua promessa. E’ il modo con cui si rende presente nella nostra vita per superare le nostre paure e i nostri limiti, perché possiamo ogni volta riprendere il cammino con speranza e fiducia.

         Quel pane ci entra dentro, diventa parte di noi, “Prendi questo pane, spezzalo: questo è il mio corpo”, ci dice Gesù. Il senso profondo di tutto il cristianesimo è in questa frase. Gesù è pane, pane che chiede di essere mangiato per non restare fuori di me, ma per diventare un tutt’uno con me!

         E questo pane mi dà energia, mi permette di andare avanti, di vivere: è una risposta “concreta”, “vera” a ogni fame, a ogni bisogno essenziale che è in me.

         Gesù prende poi del vino, e dice: “bevi, questo è il mio sangue”. Come il vino trasmette la gioia del condividere e il sapore della natura, così Gesù entra in noi come segno di calore, di entusiasmo, di bellezza. Dio è il pane. Dio è il vino.

         Dio è l’alimento di tutta la nostra vita!

Siamo in preghiera davanti a te, Gesù, Pane vivo: quando ti accogliamo sulla tavola della nostra vita, cresce la nostra unione con te, la nostra fraternità e capacità di condividere.

         Resta sempre con noi, Signore Gesù, perché è sera, e sentiamo il bisogno di nutrirci del tuo amore.

Come segno: è stata recitata la preghiera:

Cristo, oggi sono in cerca di pane                  

Cristo, oggi sono in cerca di pane,
il mio pane quotidiano,
quello che serve per la fame di oggi,
per passare di là oggi,
per avere forza di remare sotto la tempesta di oggi.
Il pane che non ha profumo se non di sudore,
il pane che non ha gusto, se non di vita,
il pane che fa stare in piedi,
che serve a camminare,
a remare, a vangare,
a combattere con la fede,
a morire in pace.
“in principio era la Parola”
e la parola è il pane quotidiano
per ogni uomo che viene al mondo.
(don Primo Mazzolari)

Intercessioni:
Signore, donaci il tuo pane.
Signore, tu solo sei la nostra forza di vita;  dona la tua forza a quanti sono deboli,  dona l’umiltà a quanti si credono forti, ti preghiamo:

Signore, donaci il tuo pane.
Signore tu solo sei la nostra verità;  dona la fede a quanti dubitano,  dona il dubbio a quanti credono di possederti, ti preghiamo:

Signore, donaci il tuo pane.
Signore, tu solo sostieni la nostra speranza,  dona fiducia a quanti hanno paura,  dona il tuo timore a quanti hanno troppa fiducia in se stessi, ti preghiamo:

Signore, donaci il tuo pane.




FESTA DI SAN GIUSEPPE 18.03.2018

Oggi nella nostra Comunità abbiamo celebrato la solennità di San Giuseppe. Ci siamo preparati a questa festa attraverso la novena. La messa delle ore 11.00 è stata celebrata nella chiesa dedicata al patrono di questa giornata. Purtroppo a causa della pioggia non si poteva fare la nostra solita processione.

Il nome Giuseppe è di origine ebraica e sta a significare “Dio aggiunga”, estensivamente si può dire “aggiunto in famiglia”. Può essere che l’inizio sia avvenuto col nome del figlio di Giacobbe e Rachele, venduto per gelosia come schiavo dai fratelli. Ma è sicuramente dal padre putativo, cioè ritenuto tale, di Gesù e considerato anche come l’ultimo dei patriarchi, che il nome Giuseppe andò diventando nel tempo sempre più popolare. In Oriente dal IV secolo e in Occidente poco prima dell’XI secolo, vale a dire da quando il suo culto cominciava a diffondersi tra i cristiani. Non vi è dubbio tuttavia che la fama di quel nome si rafforzò in Europa dopo che nell’Ottocento e nel Novecento molti personaggi della storia e della cultura lo portarono laicamente, nel bene e nel male: da Francesco Giuseppe d’Asburgo a Garibaldi, da Verdi a Stalin, da Garibaldi ad Ungaretti e molti altri ancora.

  San Giuseppe fu lo sposo di Maria, il capo della “sacra famiglia” nella quale nacque, misteriosamente per opera dello Spirito Santo, Gesù figlio del Dio Padre. E orientando la propria vita sulla lieve traccia di alcuni sogni, dominati dagli angeli che recavano i messaggi del Signore, diventò una luce dell’esemplare paternità. Certamente non fu un assente. È vero, fu molto silenzioso, ma fino ai trent’anni della vita del Messia, fu sempre accanto al figliolo con fede, obbedienza e disponibilità ad accettare i piani di Dio. Cominciò a scaldarlo nella povera culla della stalla, lo mise in salvo in Egitto quando fu necessario, si preoccupò nel cercarlo allorché dodicenne era “sparito’’ nel tempio, lo ebbe con sé nel lavoro di falegname, lo aiutò con Maria a crescere “in sapienza, età e grazia”. Lasciò probabilmente Gesù poco prima che “il Figlio dell’uomo” iniziasse la vita pubblica, spirando serenamente tra le sue braccia. Non a caso quel padre da secoli viene venerato anche quale patrono della buona morte.
Giuseppe era, come Maria, discendente della casa di Davide e di stirpe regale, una nobiltà nominale, perché la vita lo costrinse a fare l’artigiano del paese, a darsi da fare nell’accurata lavorazione del legno. Strumenti di lavoro per contadini e pastori nonché umili mobili ed oggetti casalinghi per le povere abitazioni della Galilea uscirono dalla sua bottega, tutti costruiti dall’abilità di quelle mani ruvide e callose.
Di lui non si sanno molte cose sicure, non più di quello che canonicamente hanno riferito gli evangelisti Matteo e Luca. Intorno alla sua figura si sbizzarrirono invece i cosiddetti vangeli apocrifi. Da molte loro leggendarie notizie presero però le distanze personalità autorevoli quali San Girolamo (347 ca.-420), Sant’Agostino (354-430) e San Tommaso d’Aquino (1225-1274). Vale la pena di riportare soltanto una leggenda che circolò intorno al suo matrimonio con Maria. In quella occasione vi sarebbe stata una gara tra gli aspiranti alla mano della giovane. Quella gara sarebbe stata vinta da Giuseppe, in quanto il bastone secco che lo rappresentava, come da regolamento, sarebbe improvvisamente e prodigiosamente fiorito. Si voleva ovviamente con ciò significare come dal ceppo inaridito del Vecchio Testamento fosse rifiorita la grazia della Redenzione.
San Giuseppe non è solamente il patrono dei padri di famiglia come “sublime modello di vigilanza e provvidenza” nonché della Chiesa universale, con festa solenne il 19 marzo. Egli è oggi anche molto festeggiato in campo liturgico e sociale il 1° maggio quale patrono degli artigiani e degli operai, così proclamato da papa Pio XII. Papa Giovanni XXIII gli affidò addirittura il Concilio Vaticano II. Vuole tuttavia la tradizione che egli sia protettore in maniera specifica di falegnami, di ebanisti e di carpentieri, ma anche di pionieri, dei senzatetto, dei Monti di Pietà e relativi prestiti su pegno. Viene addirittura pregato, forse più in passato che oggi, contro le tentazioni carnali.
Che il culto di San Giuseppe abbia raggiunto in passato vette di popolarità lo dimostrano anche le dichiarazioni di moltissime chiese relative alla presenza di sue reliquie. Per fare qualche esempio particolarmente significativo: nella chiesa di Notre-Dame di Parigi ci sarebbero gli anelli di fidanzamento, il suo e quello di Maria; Perugia possiederebbe il suo anello nuziale; nella chiesa parigina dei Foglianti si troverebbero i frammenti di una sua cintura. Ancora: ad Aquisgrana si espongono le fasce o calzari che avrebbero avvolto le sue gambe e i camaldolesi della chiesa di S. Maria degli Angeli in Firenze dichiarano di essere in possesso del suo bastone. È sicuramente un bel “aggiunto” di fede.(Mario Benatti)

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PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI 15.03.2018

Nella nostra Unità Pastorale abbiamo pregato per l’unità dei Cristiani. Le preghiere si sono svolte presso la chiesa di san Bernardino, ed erano divise in vari momenti: all’inizio è stata portata la Bibbia, libro comune per tutti i cristiani; invocazione allo Spirito Santo, preghiere di riconciliazione,  la proclamazione della Parola di Dio, la riflessione, professione della fede, invocazioni, preghiera del Padre Nostro, scambio della pace ed invio alla missione.
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BATTEZZATI IN CRISTO 14.03.2018

Continua il nostro ciclo di incontri formativi nella fede. Il prossimo appuntamento è mercoledì 11 aprile presso l’oratorio. L’incontro è aperto a tutti.




GIOVANI IN PREGHIERA 11.03.2018

Il nostro incontro mensile con Gesù era dedicato alla preparazione per la Pasqua. Come al solito lo schema era la preghiera e poi il momento conviviale. E’ stato preceduto dall’incontro con i ragazzi della I° superiore.

Preghiera allo Spirito Santo

Spirito Santo,
vieni nel cuore di noi giovani.
Vieni a distruggere i catenacci
con cui abbiamo diligentemente
inserrato i nostri cuori;
liberaci dalla paura che ci paralizza
e rende sterile ogni progetto di bene;
annulla le divisioni
che creano incomprensione ed ostilità,
che ci illudono che siamo noi stessi
solo se l’altro rimane nemico.
Spirito Santo,
facci gustare la presenza di Gesù,
non farci mai perdere la dolcezza di essere suoi amici.
Spirito Santo, facci diventare una cosa sola,
tenaci costruttori di comunione,
facci capaci di comprendere e di comprenderci
e fa’ che l’unico linguaggio credibile
rimanga per noi quello della misericordia,
di ragazzi e ragazze perennemente perdonati. Amen.

Dal Vangelo secondo Matteo 4,1-4

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”»..

E qualche pensiero del Papa ai giovani, per la riflessione personale…

PAPA BERGOGLIO – LA PAROLA DI DIO…
Per ascoltare la Parola di Dio bisogna avere anche il cuore aperto per ricevere le parole nel cuore. Dio parla e noi gli porgiamo ascolto, per poi mettere in pratica quanto abbiamo ascoltato. È molto importante ascoltare. Alcune volte forse non capiamo bene perché ci sono alcune letture un po’ difficili. Ma Dio ci parla lo stesso in un altro modo. Bisogna in silenzio ascoltare la Parola di Dio. Non dimenticatevi di questo. Alla Messa, quando incominciano le letture, ascoltiamo la Parola di Dio. E quante volte, mentre viene letta la Parola di Dio, si commenta: “Guarda quello…, guarda quella…, guarda il cappello che ha portato quella: è ridicolo…”. E si cominciano a fare dei commenti. Non è vero? Si devono fare dei commenti mentre si legge la Parola di Dio? [rispondono: “No!”]. No, perché se tu fai delle chiacchiere con la gente non ascolti la Parola di Dio. Quando si legge la Parola di Dio nella Bibbia – la prima Lettura, la seconda, il Salmo responsoriale e il Vangelo – dobbiamo ascoltare, aprire il cuore, perché è Dio stesso che ci parla e non pensare ad altre cose o parlare di altre cose.

Sappiamo che la parola del Signore è un aiuto indispensabile per non smarrirci, come ben riconosce il Salmista che, rivolto al Signore, confessa: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119,105). Come potremmo affrontare il nostro pellegrinaggio terreno, con le sue fatiche e le sue prove, senza essere regolarmente nutriti e illuminati dalla Parola di Dio? Certo non basta udire con gli orecchi, senza accogliere nel cuore il seme della divina Parola, permettendole di portare frutto. Ricordiamoci della parabola del seminatore e dei diversi risultati a seconda dei diversi tipi di terreno (cfr Mc 4,14-20). L’azione dello Spirito, che rende efficace la risposta, ha bisogno di cuori che si lascino lavorare e coltivare, in modo che quanto ascoltato a Messa passi nella vita quotidiana, secondo l’ammonimento dell’apostolo Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi» (Gc 1,22). La Parola di Dio fa un cammino dentro di noi. La ascoltiamo con le orecchie e passa al cuore; non rimane nelle orecchie, deve andare al cuore; e dal cuore passa alle mani, alle opere buone. Questo è il percorso che fa la Parola di Dio: dalle orecchie al cuore e alle mani. Impariamo queste cose. Grazie!

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VISITA PASTORALE DEL NOSTRO ARCIVESCOVO MARCO ARNOLFO ALLA COMUNITA’ PASTORALE DI CRESCENTINO 1-4 MARZO 2018

Nei giorni 1-4 marzo il nostro Arcivescovo Marco Arnolfo ha visitato la nostra Comunità Pastorale di Crescentino. Ha visitato diversi gruppi presenti nella nostra Comunità Pastorale incontrando diverse persone e diverse entità presenti sul nostro territorio: sacerdoti, Suore, i malati, vari Consigli parrocchiali, i catechisti, ministri straordinari dell’Eucarestia, lettori, animatori liturgici, operatori CARITAS, le case di riposo, i ragazzi del catechismo e del post cresima, i giovani, i Sindaci, Forze dell’Ordine, Insegnanti Scuole e Asili, Movimenti, Gruppi e Associazioni laicali e sportive, Centro per i Rifugiati i parrocchiani nelle celebrazioni Eucaristiche.

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PRESENTAZIONE DEI BAMBINI DELLA PRIMA COMUNIONE 25.02.2018

Durante la s. Messa delle ore 11.00 sono stati presentati i bambini che per la prima volta si sono accostati al sacramento della riconciliazione. Durante la s. Messa hanno professato la loro fede solennemente e come segno della preparazione alla I° comunione durante la s. messa sono stati segnati con il segno della croce sulla fronte.

Catechista:
A nome di tutti i catechisti e dei sacerdoti, presentiamo i ragazzi che per la prima volta nella loro vita si sono accostati ieri al sacramento della confessione.

Celebrante:
Cari bambini, quando eravate piccoli, i vostri genitori, hanno scelto per voi il santo Battesimo e si sono impegnati a custodire la vostra fede. Ora rinnovate personalmente, insieme a tutta la nostra comunità presente, le promesse del santo Battesimo per manifestare il desiderio di vivere sempre come amici di Gesù. ‘Rinuncio’ vuol dire NO allo spirito del male. Credo vuol dire SI al Signore che ci chiama, alla Chiesa che ci accompagna da Gesù e all’amore per i fratelli.

Celebrante:
Rinunciate al peccato per vivere nella libertà dei figli di Dio?

Tutti:
Rinuncio.

Celebrante:
Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?

 Tutti:
Credo.

Celebrante:
Credete in Gesù Cristo, Figlio di Dio e nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

Tutti:
Credo.

Celebrante:
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?

Tutti:
Credo.

Celebrante:
Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.

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