GIOVANI IN PREGHIERA 29.04.2018

GIOVANI IN PREGHIERA 29.04.201

Domenica sera i giovani si sono riuniti all’oratorio per il momento di preghiera, meditando il brano di Giovanni 6,1-14. Dopo seguiva il momento conviviale

Dal Vangelo secondo Giovanni 6,1-14

Gesù andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

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Innamorati

 

Signore, se ci innamorassimo di te così come nella vita ci si innamora di una creatura, o di una povera idea, il mondo cambierebbe.

Accresci la nostra tenerezza

per la tua Eucaristia,

verso la quale la disaffezione di tanti

cristiani oggi si manifesta in modo preoccupante.

Stiamo diventando aridi,

come ciottoli di un greto disseccato dal sole d’agosto.

Lascia che la nuvola della tua grazia si inchini

dall’alto sulla nostra aridità.

Signore, in te le fatiche si placano,

le nostalgie si dissolvono, i linguaggi si unificano,

le latitudini diverse si ritrovano, la vita

riacquista sempre il sapore della libertà.

Insegnaci a portare avanti nel mondo

e dentro di noi la tua Risurrezione.

Tu sei presente nel Pane, ma

ti si riconosce nello spezzare il pane.

Aiutaci a riconoscere il tuo Corpo nei tabernacoli scomodi

della miseria e del bisogno,

della sofferenza e della solitudine.

Rendici frammenti eucaristici,

come tante particole che il vento dello Spirito,

soffiando sull’altare, dissemina lontano, dilatando

il tuo “tabernacolo”.

Don Tonino Bello