INDULGENZA PLENARIA PER I DEFUNTI

Possono chiedere nella preghiera l’indulgenza plenaria per i defunti tutti coloro che, confessati e comunicati, sinceramente desiderosi di vivere in obbedienza alla volontà di Dio e in amicizia con lui nella Chiesa, visiteranno, da mezzogiorno del 1 novembre a tutto il giorno 2 novembre, una chiesa, fermandosi a pregare il “Padre nostro”, il “Credo”, e formulando una preghiera secondo le intenzioni del Papa.

La  stessa indulgenza si può chiedere nella preghiera, visitando il cimitero, nei giorni dal 1 all’8 novembre.

Mediante le indulgenze il papa e i vescovi, vicari di Cristo e pastori della Chiesa, mettono a disposizione dei fedeli il tesoro inesauribile della misericordia di Dio manifestata al mondo nella Passione e Risurrezione di Gesù Cristo, che nella Pasqua ha realizzato la piena riconciliazione.

Nelle indulgenze viene richiamata la realtà della Chiesa comunione dei santi: una comunità dove tutti si aiutano a vicenda per raggiungere quella piena comunione con Dio che è la vita eterna.

L’indulgenza è quindi un dono prezioso offerto a chi accoglie la parola di Gesù:
“CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO !”

In tal modo il papa e i vescovi, successori degli apostoli, ripetono a tutti l’esortazione di san Paolo:  “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio !”

L’indulgenza plenaria per i defunti esprime la fede dei cristiani riguardo alla sorte dei defunti. L’indulgenza per i defunti è la preghiera con la quale il cristiano, ancora pellegrino sulla terra, chiede a Dio di manifestare la sua misericordia, il suo amore paterno verso coloro che hanno concluso la loro esistenza terrena e aspettano il giorno dell’ultima venuta di Cristo, re glorioso, alla fine del mondo. La vera preghiera per i defunti non può limitarsi ai propri cari, ai familiari, alle persone conosciute. Essa si estende ai fratelli e sorelle nella fede, “che si sono addormentati nella speranza della risurrezione”, ma non solo ad essi: il cristiano prega per tutti gli uomini e donne e li affida alla clemenza di Dio, affinché egli “li ammetta a godere la luce del suo volto” (preghiera eucaristica 3ª).