Itinerario interno alla Chiesa Parrocchiale
(a cura di Mario Ogliaro)
1° Cappella – il battistero
2° Cappella – Altare di San Crescentino
3° Cappella – Altare già dedicato a San Filippo Neri
4° Cappella – Altare del Suffragio o Anime Purganti
5° Cappella – Altare della SS.Vergine del Rosario
Sacrestia
L’altar maggiore
Decorazioni nel soffitto
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1° Cappella – il battistero
La chiesa, a pianta rettangolare, è composta da tre navate, altar maggiore e quattro altari laterali. Entrando a destra, si trova il fonte battesimale in legno, a forma ottagonale, di pregevole fattura, appoggiante su doppia vasca di marmo a piedistallo e formato da tre ordini degradanti, sormontato da una decorazione lignea a parvenza di corona, chiuso da un cancelletto di ferro battuto. Esso fu spostato nel 1737 durante i lavori di ristrutturazione della chiesa, per far posto alla compagnia del Corpus Domini o SS.Sacramento, istituita fin dal 1607, con bolla di papa Paolo V e riorganizzata poi con regolare statuto approvato dal re Carlo Alberto nel 1841. Nel primo pilastro della navata di destra in alto si trova incastonata nel muro la lapide che ricorda la consacrazione della chiesa, avvenuta il 14 aprile 1551, dopo la sua ricostruzione con la seguente iscrizione:
DOM
UBERTINVS SERRATIVS A NICEA
GALLIAE CYRENEN. EPIS. AC EPIS.
VERCELL. SUFFRAG. HANC ECCLESIAM
IN HONOREM ET SVB TITVLO
ASSVMPTIONIS VIRGINIS MARIAE
CONSECRAVIT DIE DECIMA QVARTA
APRILIS ANNO DNI MDLI
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2° Cappella – Altare di San Crescentino
L’altare fu costruito in marmo verso la fine dell’Ottocento dallo scultore Antonio Gaggini, discendente da un’antica famiglia d’architetti di Bissone sul lago di Lugano, trasferitasi a Genova. La trabeazione culmina con lo stemma comunale fra due volute. La cappella prende luce dall’alto, mediante una lanterna ellittica, che si apre sulla cupoletta, ove si trova dipinta la scena del martirio del Santo. In apposite nicchie sono collocate le statue in marmo bianco, scolpite da Giuseppe Dini da Novara (1820-1890) nella seconda metà del secolo XIX, a destra San Rocco e San Defendente e a sinistra San Sebastiano e San Pietro. Sull’altare è collocata la statua di San Crescentino e, immediatamente sotto, si trova l’urna d’argento del 1678 con le reliquie del martire. In basso, lateralmente, altre due nicchie contengono un’urna di legno con reliquie di diversi santi. Sull’ultimo dei tre gradini è incisa la scritta: Hic iacet Jo[seph] Stephanus Antonius Blancardi IV xbris 1773, un personaggio della borghesia crescentinese discendente da una famiglia originaria di Nizza, attraverso un Andrea Blanchard (+1623). L’ultimo restauro, come ricorda la lapide ivi apposta, avvenne con delibera del 21 novembre 1937 del comune di Crescentino che ne è simbolicamente il proprietario. Un tempo a quest’altare era legata una rendita lasciata in eredità dal padre Giuseppe Maria Ferraris, la cui amministrazione fu affidata al parroco, coadiuvato da altre persone.
3° Cappella – Altare già dedicato a San Filippo Neri
L’altare di marmo è opera dello scultore Antonio Gaggini (secolo XIX). Nel centro il quadro di San Francesco in atteggiamento estatico, d’ignoto autore, a destra una nicchia col simulacro della B.V. col Bambino.
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4° Cappella – Altare del Suffragio o Anime Purganti
L’altare di marmo, con lesene laterali scanalate, opera dello scultore Antonio Gaggini (secolo XIX), è sormontato da un quadro raffigurante la Madonna del Carmine del pittore Amedeo Augero di Verolengo con la collaborazione del nipote Francesco. In quest’opera, commissionata dal comune di Crescentino nel 1858, possiamo scorgere un sapiente equilibrio cromatico, congiunto ad un’elevata padronanza della tecnica pittorica.
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5° Cappella – Altare della SS.Vergine del Rosario
L’altare è opera dello scultore Antonio Gaggini (secolo XIX). Al centro il pregevole dipinto della B.V. col Bambino, opera attribuita a Guglielmo Caccia, detto il “Moncalvo” (1568 ca. – 1625). Sullo sfondo del quadro un arco su cui si trovano tredici medaglioni rotondi ed altri due negli angoli superiori, raffiguranti I misteri del rosario. A sinistra la nicchia con la statua della Madonna del Rosario. All’altezza di questa cappella, la volta della navata non è più a crociera come le precedenti quattro, ma è composta da un tamburo ottagonale irregolare, nel cui soffitto, in seguito alla recente tinteggiatura, sono affiorate le decorazioni eseguite nel 1857 dal pittore Amedeo Augero.
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Sacrestia
Salendo tre gradini si accede al piano del presbiterio. A destra, il portale in marmo d’ingresso alla sacrestia, nella quale si trova un mobile barocco di pregevole fattura.
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L’altar maggiore
Costruito nel 1723 su iniziativa del parroco Carlo Francesco Guerrera (1675-1736) della congregazione di San Filippo Neri, nel suo insieme compositivo riflette le linee e le decorazioni tipiche del gusto barocco dell’epoca. Nel centro si trova la già ricordata pala dell’Assunzione, del pittore Claudio Francesco Beaumont (1694-1766), acquistata nel 1743. Il tabernacolo è di bronzo dorato. A destra, l’altare del Sacro Cuore di Gesù e a sinistra quello di Santa Rita con al centro un dipinto su tela raffigurante la santa.
Durante i lavori di restauro e di ricostruzione d’alcune parti deteriorate, eseguiti nel 1927 dall’ingegner Giovanni Silvestrini di Torino, si rinvenne sotto di esso la tomba di Anna Maria Picca di 36 anni, deceduta il 5 settembre 1687, definita dai registri parrocchiali «donna di vigorosa penitenza».
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Decorazioni nel soffitto
Le decorazioni in alto nelle pareti, a forma di lunetta, sono state eseguite nel 1927 da Giovanni Silvestrini di Torino e rinfrescate più tardi dal crescentinese Giacomo Monateri, mentre i quattro evangelisti inseriti nel triangolo murale sopra l’altar maggiore sono del pittore Mario Micheletti.